Paesaggi urbani e luoghi di transito, aeroporti, strade, parcheggi, non luoghi dell'esistere, vengono indagati da Andrea Serafini con una personale interpretazione di città e architetture. Superfici, spazi e volumi sono scomposti e ricomposti offrendoci una visione di spaesamento dell'uomo contemporaneo, intrappolato in un carosello di azioni ripetitive e alienanti che, spingendolo fuori, nel frenetico mondo esteriore, recidono il contatto con il proprio essere. Figure umane distaccate, assenti, sono bloccate tra gli ingorghi del traffico, al rosso del semaforo, metafora del crocevia della nostra esistenza sempre in bilico tra un dentro e fuori, di noi stessi e del mondo.
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