Il viaggio è metafora di vita, continuo cercare dentro e fuori noi stessi. E' il significato nascosto del fascino di attrazione di Alessandra per le antiche mappe geografiche: solcate da rotte di vecchie e nuove migrazioni, ispirazione per la sua ricerca e strumento di lavoro quando interviene con la matite sulle carte nautiche.
Mappe in negativo da cui terre piatte e mute emergono per contrasto. Mappe della memoria in cui il ricordo delle origini e culture di appartenenza migra in altri mondi per fiorire e contaminarsi con nuove realtà. L'allusione ai flussi collettivi di una umanità sempre più disorientata, alla deriva, è molto forte. La migrazione è avventura, apertura al nuovo ma è anche sradicamento.
Le terre vuote e bianche, nelle opere su carta con china e inchiostro di Alessandra Ragionieri, emergono per contrasto con il blu intenso del mare, limite di altre terre, confine che determina differenze di cultura e razza.
Le figure che appaiono nei suoi disegni ricordano i viaggi della speranza di cui leggiamo nei quotidiani e che, qualche volta, tra una notizia e l'altra, raggiungono le nostre coscienze addormentate. E' una umanità in cammino, schiacciata e piatta come le sagome di alcuni ultimi lavori (Terra e acqua, 2022): allusioni alle razze umane e alla singola, irripetibile identità personale di ogni migrante, inscitta nella più ampia identità collettiva di un popolo.
Identità da preservare in una società utopica, aperta a riconoscere spazi di autonomia dell'individuo, come Ragionieri ci suggerisce nelle aperte e luminose atmosfere delle opere appartenenti alla serie In Balia e Viaggiatori Permanenti.
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